Anna, dalla guerra alla nuova vita a Termoli. “Ho vissuto il terrore delle bombe”

Il racconto della giovane ucraina che da Kiev ha attraversato mezza Europa per arrivare in Molise. Ad aiutarla Sandra e Raffaele. “Adesso sto bene ma sono in pensiero per la mia famiglia”

Quando la guardi ti accorgi degli occhi azzurro cielo che sono vuoti e capisci che la mente corre altrove. Corre alle bombe, alla paura, ad una guerra che è piombata loro addosso “ma che non ci saremmo mai aspettati. Io non avevo la televisione a casa. Non capivo cosa stava succedendo. Un giorno ho solo sentito le sirene anti bombe e sono scappata”.

La guerra è tutta lì, negli occhi di Anna Makovska, 32 anni originaria di Kiev che assieme a suo figlio di appena 16 anni, ha attraversato mezza Europa per arrivare a Termoli ospitata da Sandra Viticonte e suo marito Raffaele.

Anna li conosceva. A Termoli era venuta da bambina grazie al progetto per i piccoli di Chernobyl dell’associazione Solidarietà senza confini. Ed è stata proprio questa conoscenza unita a quella di un’amica in Polonia che è riuscita ad indicarle un passaggio sicuro che, probabilmente, le ha salvato la vita.

“Ho camminato per giorni per uscire dall’Ucraina – racconta ai nostri microfoni – ho preso taxi, treni, autobus, sono riuscita ad arrivare in Polonia e poi lì mio marito mi ha mandato un biglietto aereo per Roma”.

A Roma ha trovato ad accoglierla Sandra e Raffaele che l’hanno portata a casa a Termoli. “Sarà ospite da noi fino a quando servirà. Non c’è nessun problema – racconta Sandra – l’importante è che adesso stia bene”.

Il figlio, invece, appena 16enne, è rimasto con il padre in Germania. “Sono preoccupata per mia nonna e mio fratello. Lui è rimasto in Ucraina e si deve nascondere perché c’è la leva obbligatoria. Se lo prendono lo arruolano. Il loro paese è stato distrutto. Ci siamo nascosti nei bunker e di notte dormivamo per terra.

Ma questa guerra non ce la saremmo mai aspettati”.