Benito Jacovitti, l’uomo che fece grande Termoli
Camminando nel variopinto centro storico di Termoli, sono rimasta colpita dalle statue di alcuni personaggi interessanti situate nel centro di Corso Nazionale. Incuriosita dal fatto che non venissero notate immediatamente, a grandezza d’uomo e in pose normalissime, esse si mimetizzavano nella folla. L’autore aveva pensato per loro di non voler attribuirgli dimensioni monumentali o atteggiamenti gloriosi, eppure nella loro semplicità lasciavano ugualmente trasparire grandi meriti.

Una di esse, in particolare, raffigurava un uomo seduto su una panchina, con le gambe accavallate, un sigaro in bocca, intento a scrivere sul suo taccuino.
Avvicinandomi alla statua ho potuto notare numerosi dettagli che rendono questa figura in bronzo estremamente realistica: le pieghe dei pantaloni e della camicia, le venature delle braccia e delle mani, le unghie perfettamente curate. Soprattutto ho scoperto che non stava scrivendo sul taccuino ma stava disegnando un fumetto su un blocchetto.
Una targhetta posta su un lato della panchina mi ha svelato la sua identità: la statua è un omaggio della città di Termoli a Benito Jacovitti, fumettista molisano autore di celebri personaggi come Cocco Bill e Cap l’arcipoliziotto, di romanzi grafici come Kamasultra e del celebre Diario Vitt, che fra gli anni sessanta e settanta arrivò a vendere decine di migliaia di copie. Egli nacque a Termoli nel 1923 e iniziò la sua brillante carriera all’età di 16 anni, dando un importantissimo contributo alla nostra Regione in ambito culturale.
L’opera è stata realizzata da Michele Carafa, scultore e docente al liceo artistico dedicato proprio a Jacovitti, che ha definito il fumettista termolese “un artista vero, che non ha mai voluto padroni, lasciando anche uno dei suoi editori storici con cui ebbe un diverbio a causa di idee non condivise. Da qui emerge il suo carattere forte”.
La scultura è stata ideata prima in un modello in creta e poi trasportata nella Fonderia Artistica Magnifico di Bari che ha utilizzato il difficile e lungo procedimento della fusione a cera persa, realizzando un egregio lavoro.
Complimenti a chi ha avuto l’idea di omaggiare il fumettista molisano, lasciandolo però tra la folla; perché l’arte, con i suoi messaggi, deve poter raggiungere tutti.
Romy Raccioppi