Bolkestein, l’attesa dei balneari nel nuovo Governo. Venditti: “La politica ci deve difendere”

L’intervista al segretario del Sib Molise: “Siamo fiduciosi che Fratelli d’Italia manterrà gli impegni presi prima e durante la campagna elettorale con il riconoscimento delle aziende al 2033”
Un incontro per fare il punto della situazione sulla Direttiva Bolkestein a seguito delle elezioni politiche che hanno portato alla vittoria di Fratelli d’Italia e in vista della formazione del prossimo governo nazionale. C’è attesa nel mondo dei balneari per le decisioni che il prossimo Governo nazionale prenderà sull’applicazione della Direttiva Bolkestein dopo che lo scorso novembre il Consiglio di Stato ha annullato la proroga delle concessioni al 2033 istituita dalla legge 145/2018 e lo stesso Governo Draghi aveva previsto di riassegnare tutte le concessioni entro il 31 dicembre 2024 tramite gare selettive, rimandando, però ad un successivo decreto attuativo la decisione sulle modalità con i Comuni avrebbero dovuto istituire le procedure pubbliche e gli indennizzi ai concessionari uscenti.
L’attesa del mondo balneare, quindi, è tanta rispetto alle decisioni che prenderà il nuovo Esecutivo. Sulla questione abbiamo sentito il parere di Domenico Venditti, segretario regionale del Sib Molise. “Siamo fiduciosi del nuovo Governo – ha affermato Venditti telefonicamente – perché è sempre stata l’unica parte politica che ha sostenuto le nostre ragioni.
Fratelli d’Italia si era esposta sia prima che durante la campagna elettorale esprimendo pareri contro la Direttiva Bolkestein e mettendo in risalto la necessità di osservare prima la scarsità delle risorse con un censimento reale delle concessioni andando quindi a tutelare le aziende balneari.
Siamo quindi fiduciosi – ha proseguito Venditti – che il prossimo Governo manterrà gli impegni che ha preso con l’Unione Europea tutelando, però, il riconoscimento delle aziende al 2033 perché le nostre aziende non possono essere tagliate con una sentenza del Consiglio di Stato. Siamo fiduciosi che il nostro problema venga risolto dalla politica e non dai giudici”.