“Covid: due anni dopo”, l’incontro nella Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime
Angoscia ma anche speranza per il futuro. Tanto dolore vissuto, ma anche tanta voglia di lasciarsi tutto alle spalle.
Gli ultimi anni trascorsi all’insegna della pandemia hanno sicuramente lasciato un segno indelebile. Prima di tutto perché l’epidemia è piombata come un fulmine a ciel sereno e poi perché, in fin dei conti non è ancora finita.
A ventiquattro mesi dall’inizio di tutto ciò, e in occasione della Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’Epidemia di Coronavirus, nella sala consiliare del Comune si è tenuto un convegno dibattito dal titolo: “Covid: due anni dopo. I nostri ricordi del passato e le nostre speranze per il futuro”. L’incontro organizzato dall’associazione Salam Aps ha visto l’intervento di Matteo Gentile del Sae 112, Fabrizio Mascioli psicologo e psicoterapeuta, Gianni Pinto sociologo, Carmela Basile di Europe Direct Molise e del geriatra Mino Dentizzi.
A moderare l’incontro Hanen Gzaiel Ben Mariem presidente di Salam Aps.
Prima di entrare nell’argomento i saluti del Sindaco Francesco Roberti e dell’assessore Silvana Ciciola.
Il primo cittadino, nel ringraziare tutti i presenti, ha ripercorso i giorni più difficili della pandemia. “Ripercorrere le tappe non è semplice, posso solo dirvi che quando c’è stata la prima ordinanza di chiusura l’Italia non era preparata, i sindaci in qualità di Autorità sanitaria brancolavano nel buio. Abbiamo cercato di fare gruppo per scambiarci idee e suggerimenti.
Proprio i sindaci per primi si sono fatti carico dell’emergenza Covid. Grazie alle associazioni abbiamo fatto un buon lavoro, siamo riusciti a stare vicino alla gente per tranquillizzarla e per cercare di assecondare le loro necessità.
Oggi stiamo vivendo di riflesso una guerra, ma la fase acuta della pandemia è stata quasi come una guerra. La gente aveva bisogno di mangiare perché non lavorava, abbiamo mandato pacchi alimentari e medicine. Persone chiuse in casa con il Covid con la paura che la situazione peggiorasse da un momento all’altro. Lo ricordo con commozione, perché noi di fronte a tutto ciò non abbiamo indietreggiato anche se avevamo paura. Lo abbiamo fatto volentieri e con coraggio cercando di dare risposte e per soddisfare le richieste, anche le più assurde. Si potrebbe scrivere un libro, abbiamo fatto cose straordinarie, siamo a posto con la nostra coscienza. La prima riunione che abbiamo fatto per la costituzione del Coc in questa sala ha visto la partecipazione di tanta gente di buona volontà che ha avuto un grosso coraggio.
Forse è stata anche l’incoscienza, ma bisognava cercare di aiutare le persone. Abbiamo cercato di portare il nostro aiuto. Raccontata così può sembrare banale, ma è stata tutt’altra cosa. Quando ti chiamano perché non si riesce a respirare oppure perché non si sa dove portare i bambini, allora si è percepito realmente la drammaticità di quello che si stava vivendo. Ma ogni volta, tutti rispondevano presente.
E’ un momento che dobbiamo ancora superare, la parte più difficile sembra alle spalle. Bisogna ripartire e tornare a vivere nuovamente il quotidiano, ma questa esperienza ci deve far capire che bisogna ritrovare l’umanità e la collaborazione tra le persone. Non c’è stato egoismo anzi, siamo riusciti ad affrontare il momento grazie all’impegno di tutti noi e di chi non si è mai tirato indietro”.
La pandemia, purtroppo, ha fatto scivolare molte famiglie in una situazione di indigenza, si è creata, hanno riferito alcuni intervenuti, una sorta di situazione di povertà relativa.
Tuttavia, ci sono stati anche gli aspetti positivi evidenziati con il Covid. Prima tra tutti, la resilienza. La capacità di sapersi adattare e riorganizzarsi per cercare di ripartire dopo una condizione di disagio.
C’è stata poi la sinergia di intenti tra pubblico e privato che ha fatto il resto. Il virus però ha anche modificato l’aspetto comportamentale di tutti, e forse proprio da questo bisognerebbe cercare di ripartire per cercare di ricreare situazioni di vita accettabili per coloro che hanno perso parenti ed amici e che hanno affrontato in prima persona gli effetti della malattia, sia fisicamente ma anche economicamente.
“Oggi – ha detto l’assessore alle Politiche Sociali Silvana Ciciola – è una giornata dedicata al ricordo di quel che è accaduto ma anche per cercare di capire cosa ci aspetta per il futuro. Non bisogna dimenticare quanto scaturito sul piano sociale dove l’incidenza del Covid è stata molto rilevante. A subirne gli effetti più degli altri, gli anziani e i bambini. I primi che hanno vissuto una sorta di isolamento, i secondi costretti a casa con la dad. Sappiamo benissimo che cosa ha provocato il non essere in contatto con gli altri. Oggi però dobbiamo gettare le basi anche per il futuro in quanto il Covid è ancora presente e la pandemia ci farà riflettere ancora per molto. Con il Sociale siamo stati pronti e siamo pronti ad andare incontro ai bisogni della gente in base a quelle che sono le disponibilità messe a disposizione per l’emergenza”.