“Ecco cosa significa avere un marito malato oncologico in Molise”

“Ecco cosa significa avere un marito malato oncologico in Molise”

Il racconto di Debora Staniscia del Comitato Molisanità L113: “Devo ringraziare solo i medici di Medicina d’Urgenza del San Timoteo se ha trovato un posto letto dove poter essere curato”

“Vi racconto cosa significa avere un marito malato oncologico in Molise”. Inizia così il racconto di Debora Staniscia, tra le ideatrici del Comitato Molisanità L113 che da tempo combatte contro la malattia del marito. Malattia che l’ha portato nelle ultime settimane ad essere ricoverato diverse volte in ospedale.

Ed è proprio per questo motivo che la Staniscia ha potuto toccare con mano la sanità, non solo molisana ma anche di Perugia, città che ha in cura il marito ma dove lo stesso non ha trovato un posto letto che lo potesse prendere in cura al pari di quello che è avvenuto al Cardarelli di Campobasso.

“Devo ringraziare solo il buon cuore e il mettersi a disposizione dei medici del reparto di Medicina d’Urgenza del San Timoteo se mio marito si è potuto curare. Loro, che non sono un reparto di lunga degenza, hanno deciso di prenderlo in carico fino a quando i valori non sono tornati nella norma. Se non fosse stato per loro non so che fine avrebbe fatto mio marito”.

Sotto la lente della Staniscia tutto quello che manca alla sanità molisana, dai medici agli ospedali. “Sento parlare di proposte di legge a livello regionale – ha affermato la Staniscia – quando in realtà l’unica cosa che ci sarebbe stata da fare era di lavorare per il benessere della nostra terra”.

E rivolta a Toma e Florenzano: “il vostro fare o far finta di fare non serve a nulla. Sono arrabbiatissima perché abbiamo degli ospedali che insieme non ne fanno uno buono. Servono medici e ospedali a disposizione della popolazione. Smettiamola di fare delle proposte di legge che resteranno solo proposte parcheggiate in un cassetto”.