“Eutanasia non è suicidio ma scelta”, parla Fabrizio che lotta con la sclerosi multipla
L’intervista al 48enne termolese: “La decisione della Consulta mi turba. Come persona non sarebbe la mia scelta ma capisco chi decide come vivere perché quando soffri tanto non è più vita”
“L’eutanasia non significa suicidio. Significa dare a tutti la possibilità di scegliere perché quando si sta davvero male non si parla neanche più di vita”.
Parola di Fabrizio Di Bernardo, in arte Dj Bubu. 48 anni, da 31 anni Fabrizio combatte contro la sclerosi multipla, da quando ne aveva appena 17.
Una vita trascorsa a tu per tu con la malattia che, però, la vicinanza della mamma e degli amici hanno consentito di essere quanto più ‘normale’ possibile. Se di normalità si può parlare.
Dopo la decisione della Consulta della Corte Costituzionale che ha bocciato il referendum sull’eutanasia lo abbiamo voluto intervistare per sentire il suo parere.
“Questa decisione mi turba – ha affermato Fabrizio nel corso dell’intervista – come persona l’eutanasia non è il mio caso ma tutti devono potersi sentire liberi di scegliere e decidere come vivere”.
Fabrizio è anche convinto che l’eutanasia “non possa essere considerata una via di fuga perché quando scegli quella strada vuol dire che la sofferenza è fin troppa. Ma significa avere rispetto verso le persone che stanno soffrendo”.
“La prima volta che ho sentito parlare di eutanasia mi sono messo nei panni di chi soffre di malattie gravi come le persone che sono attaccate a delle macchine e che non possono vivere.
Per me quella non è vita e l’eutanasia significa avere rispetto verso queste persone. La loro è una sofferenza continua non solo per loro ma anche per chi sta vicino a queste persone”.
Personalmente Fabrizio non sceglierebbe mai l’eutanasia, “non è il mio caso ma rispetto chi sta soffrendo e decide di attuare questa decisione”.
IN ALTO L’INTERVISTA COMPLETA A FABRIZIO