Ex cinema Adriatico, parola all’ex assessore all’Urbanistica Gallo
“Ultimamente, la vicenda legata all’ ex Cinema Adriatico sembra essere diventata molto presente nelle interlocuzioni della nostra realta’ cittadina -si legge in una nota stampa dell’ex assessore all’Urbanistica al comune di Termoli, Giuseppe Gallo- E’ recentissima, l’ interpellanza urgente rivolta al sindaco Roberti da parte del gruppo consiliare M5S circa il destino del vecchio stabile, abbandonato a se stesso da un consistente numero di anni, ridotto in macerie, vero e proprio sfregio all’intera comunità termolese.
A quanto pare, nell’ interpellanza i portavoce (se ancora così si chiamano) dichiarano che mai nessuna amministrazione del passato si sia occupata dell’ annoso problema. Così non è o comunque non lo e’ stato, per quanto riguarda l’ amministrazione guidata dal sindaco Angelo Sbrocca, nella cui Giunta, ho ricoperto per l’intero mandato la carica di assessore all’ Urbanistica.
Il problema, infatti, e’ stato affrontato, sin dall’inizio del quinquennio. Riguardo la vicenda in oggetto, da anni, si era venuta a determinare una situazione di stallo, a causa della controversia insorta tra la proprietà dello stabile e la soprintendenza regionale per i beni paesaggistici e architettonici. Sullo sfondo, inoltre, anche un contraddittorio, con lo stesso Comune di Termoll, conseguenza dei provvedimenti adottati dalla soprintendenza. Motivo del contendere, appunto, il vincolo apposto dagli uffici periferici del MIBACT, I quali, ritenevano che non potessero essere apportate modifiche di rilievo al preesistente fabbricato, diversamente dalle intenzioni della proprietà, che progettava una realizzazione ben diversa. Fondamentale, fu un incontro che si ebbe, poco prima del Natale 2014, tra il sottoscritto, coadiuvato dall’ allora dirigente ai lavori pubblici Ing. Matteo Caruso, e il soprintendente Arch. Carlo Birrozzi. In quella circostanza, ci fu un sopralluogo all’ interno dell’ Adriatico, alla presenza dell’ intero nucleo familiare proprietario dell’ immobile!
Da quel momento, si intraprese un percorso di mediazione tra proprietà e soprintendenza che portò l’ arch. Enzo Ricci, su incarico della proprietà, ad elaborare un dettagliato progetto di fattibilità architettonica, presupposto fondamentale per superare la controversia.
Quel progetto con la nota 7917 del 19.10.2015 della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Molise, ottenne un parere di competenza positivo per il recupero dello stabile. La nota venne firmata dall’ allora Soprintendente e dal funzionario delegato Arch. Floravante Vignone.
Con quel parere, si riusciva a superare ogni ostacolo sorto in precedenza. Lo stabile doveva essere restaurato cosi com’ era; la sagoma esterna restava invariata, veniva concessa la possibilità di riaprire parte degli ampi finestroni
chiusi negli anni, ma soprattutto la proprietà si era ” rassegnata” a restaurare e ripristinare all’ interno i vecchi arc. posti nel piano magazzino dello stabile, li dove i termolesi di una volta, ricordano la presenza dell’ attività artigianale fabbricazione bibite gassate della famiglia Barone ed attività di vendita all’ ingrosso di prodotti ittici.
All’ interno si accettava la nuova predisposizione proposta dal progettista. Al risultato raggiunto, si diede risalto con un comunicato stampa del 15.11.2015. ( si digiti su un motore di ricerca “cinema Adriatico comunicato stampa Comune di Termoli”), ripreso da tutte le testate giornalistiche locali. E’ probabile che il MSS, così come l’attuale maggioranza, all’ epoca impegnati a delegittimare altre nostre iniziative volte a far crescere la città, non se ne siano accortil
Ottenuto il fondamentale parere architettonico, restava da progettare la modalità attraverso la quale si sarebbe proceduto al recupero e definizione degli spazi Interni autorizzati ( utilizzo di acciaio, mattoni, legno, cemento). Tale intervento strutturale di recupero avveniva attraverso l’ausilio di una specifica progettazione che avrebbe portato all’ elaborazione progettuale tramite una Scheda Sinottica, alla cui redazione venne incaricato uno strutturista locale. Pare che la scheda di progettazione sia stata depositata, senza che rilievi siano stai mossi dalla soprintendenza.
Comunque, sempre dal continuo confronto tra proprietà e soprintendenza, questo ultimo passaggio tecnico rappresentava un adempimento di non complessa realizzazione rispetto all’ approvato progetto architettonico di ristrutturazione (il MIBACT non poneva particolari obblighi di scelta sui materiali da utilizzare purchè sempre nel rispetto delle tecniche e dei materiali previsti per il recupero di beni vincolati). Per arrivare all’ incarico dello strutturista ed avviare l’ attività del professionista furono necessari altri anni di dlaloghi, impegno al convincimento, interlocuzioni aspre, con gli imprenditori che alla fine si convinsero a chiudere la vicenda.
Era ormai il 2019. E le consultazioni elettorali diedero l’ esito che conosciamo; anche grazie alla fattiva collaborazione di molti operatori del settore edile che oggi fanno mea culpa!!!
Se quanto appreso, in relazione alla scheda strutturale risulta essere vero, e credo lo sia, oggi basterebbe una semplice SCIA per avviare i lavori e chiudere una ferita che la città si porta avanti ormai da troppi anni. Concludo, con un invito all’ attuale amministrazione a voler approfondire quanto da noi ottenuto, e continuare nella “moral suasion” definitiva che porti all’ vvio dei lavori.
Nel caso in cui si riscontri per l’ennesima volta un atteggiamento di indisponibilità, a prescindere dalle appartenenze politiche, sarebbe opportuno adottare i conseguenti provvedimenti in considerazione del fatto che la ristrutturazione è a portata di mano. Avrà termine l’ oltraggio al cuore della città che perdura da 40 anni”.