Fino al confine ucraino per portare la moglie in salvo: la storia di Michele e Dariia

Michele e Dariia hanno avviato una raccolta di beni per il popolo ucraino. Beni che porteranno personalmente in Ucraina. L’abbraccio solidale di Termoli nella donazione è stato enorme ma tanto si può ancora fare

Negli occhi ancora il peso di quanto vissuto. Occhi stanchi, pieni di lacrime. Dariia, una ragazza ucraina di soli 26 anni ha vissuto sulla sua pelle la guerra e le conseguenze che questa comporta. Ha vissuto quel che nessun essere umano dovrebbe mai provare. La sua è una storia di coraggio e speranza. 

Michele, giovane termolese è sposato con Dariia. Allo scoppiare della guerra lei è lì. Michele decide di andare al confine polacco per riportare sua moglie in Italia, a Termoli. Da qui il racconto della follia di una guerra che ha reso sofferente una terra e calpestato ogni diritto.

Mentre parliamo i loro occhi, testimoni di guerra, ritornano alle immagini di questi giorni. Per Michele il viaggio verso la moglie, la paura, l’arrivo al confine, le ore di attesa, pullman carichi di soli bambini, mariti che salutavano mogli e figli per poi ritornare a difendere la propria patria. Dariia, invece, ha assistito a qualcosa che non riusciamo neanche minimamente a raccontare con le parole. C’è disperazione, rabbia, morte e tanta sofferenza. 

La madre ed il padre sono rimasti lì. Ma lei ed il marito hanno saputo riconvertire tutto questo dolore in forza. Di ritorno dal confine hanno immediatamente avviato una raccolta di beni in favore del popolo ucraino. 

Beni di prima necessità che porteranno personalmente la settimana prossima nelle zone di guerra. Michele e Dariia partiranno sabato, 12 marzo. Ad attenderli ci sarà la mamma di Dariia che è attiva in Ucraina con una associazione di volontariato. Questo permetterà loro di avere un contatto diretto con l’emergenza. “Gli aiuti arriveranno fin sotto i bunker”, ha spiegato Michele. 

Michele e Dariaa aiutati da familiari e amici ce la stanno mettendo tutta ma tanto si può ancora fare. Chiunque voglia donare qualunque cosa può recarsi alla Termoplast, in via Stati Uniti 7, a Termoli, per consegnare gli aiuti o fare una donazione spontanea per affrontare le spese per il viaggio fino al confine. 

Ci sarà infatti bisogno di affittare un camion e le spese sono molte ma nulla è impossibile per questi due giovani dal cuore grande che ringraziano tutti per la forte solidarietà ricevuta in pochi giorni. 

Pane, pasta, cibi in scatola, giocattoli, colori, coperte. C’è bisogno di tutto. Prodotti per l’igiene personale, medicine e prodotti per l’infanzia. Vestiti. Grandissima la mole di donazioni già ricevuta, tra questi anche un grande rifornimento di scarpe donato da un negozio di Termoli che aveva chiuso i battenti. 

Una solidarietà che supera i confini e che abbiamo potuto ‘respirare’ con i nostri occhi in quei momenti in cui registravamo l’intervista. Pacchi e pacchi di aiuti, persone che hanno donato soldi e altre che entravano per dare la propria disponibilità ad accogliere in casa i profughi di guerra.

Michele e Dariia hanno trasformato la sede di lavoro in un grande magazzino di stoccaggio di aiuti. L’abbraccio solidale di Termoli è stato enorme ma lo ripetiamo: tanto si può ancora fare.