I Promessi sposi in dialetto termolese, il progetto della scuola di Difesa Grande

Un racconto di Sebastiano Di Pardo e Nicola Palladino già presentato al pubblico la scorsa estate con notevole successo

Il dialetto, la cultura e le tradizioni popolari. Un progetto che l’Istituto Comprensivo di Difesa Grande porta avanti dallo scorso anno grazie alla volontà di far apprendere agli alunni le radici di un popolo e la sua appartenenza. Presso l’Auditorium della chiesa di San Pietro e Paolo gli alunni delle classi terze hanno assistito alla rappresentazione in chiave termolese dei “Promessi Sposi”.

Un racconto di Sebastiano Di Pardo e Nicola Palladino già presentato al pubblico la scorsa estate con notevole successo. L’idea è del dirigente scolastico Luana Occhionero, che di intesa con le insegnanti Diomira Anzovino, Debora Tambone, Carla Di Pardo, Aida Mastrodonato e Luigi Petta, ha voluto far apprendere da vicino l’essenza di una parlata legata alle radici di un popolo. Una iniziativa che si è tenuta nel giorno di San Valentino e che ha dato forza al racconto dei Promessi Sposi attraverso la storia di Renzo e Lucia.

Un amore difficile al tempo della peste e allo stesso rapportabile ai tempi del Coronavirus. Di Pardo e Palladino con la loro storia hanno saputo catturare l’attenzione di tutti i presenti tra i quali figuravano anche l’assessore alla Cultura Michele Barile, l’assessore alle Politiche Sociali e il Presidente del Consiglio Comunale Annibale Ciarniello.

A don Enzo Ronzitti invece i ringraziamenti per la sensibilità mostrata in occasione di queste iniziative che coinvolgono i più giovani. Un modo di avvicinarsi al teatro e al dialetto termolese partendo proprio dalla vera storia dei Promessi Sposi riadattata con la verve e la fantasia e il vernacolo di Di Pardo e Palladino.