Il procuratore Laronga all’Alberghiero di Termoli con il suo ‘Quarta Mafia’

L’evento ha rappresentato l’occasione per parlare della “Società” foggiana, della mafia garganica e della mafia cerignolana che hanno iniziato a muovere i loro tentacoli anche in Molise
Evento di grande rilievo all’Istituto Alberghiero di Termoli che questa mattina, mercoledì 23 novembre, ha ospitato il procuratore aggiunto di Foggia, Antonio Laronga, in magistratura dal 1993, che ha parlato agli studenti di legalità. L’evento ha rappresentato l’occasione giusta per trattare i temi purtroppo sempre più d’attualità passando dalla ‘società’ foggiana alla mafia garganica e cerignolana. Vicende criminali tratte da fonti giudiziarie e da documenti investigativi riportati nel libro del procuratore Laronga, “Quarta Mafia”. La “quarta mafia” è la definizione mediatica delle mafie foggiane, una criminalità emergente che coniuga arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione. Una mafia rimasta a lungo invisibile rispetto a quelle tradizionali, solo perché poco raccontata e conosciuta. Capace, però, al pari della mafia siciliana, della camorra e della ‘ndrangheta, di irradiarsi in tutto il Paese e di sgretolare la sicurezza pubblica anche in territori lontani dalla sua zona di origine. Nel tempo, la “quarta mafia” ha saputo fare il salto di qualità, trasformarsi in una mafia moderna, in grado di permeare l’economia e la vita pubblica delle comunità assoggettate. È penetrata così dentro imprese sane, ha imposto i propri obiettivi ad amministratori conniventi ed ha cambiato per sempre le regole del gioco. Questo libro contribuisce a disvelare l’origine, l’evoluzione e gli assetti attuali di un fenomeno criminale complesso e pericoloso, assurto ormai a problema nazionale.
“La legalità non può essere un qualcosa da rispettare a convenienza -ha detto Laronga rivolgendosi ai giovani studenti- e dobbiamo essere consapevoli che il nostro impegno deve essere diviso tra ciascuno di noi, perché contribuisce a formare una nuova etica pubblica”. “La pericolosità maggiore della Quarta Mafia è oggi la sua sottovalutazione e, peggio ancora, la convivenza con essa. Non si può pensare di delegare il contrasto alle mafie solo alle forze dell’ordine e alla magistratura ma è fondamentale una risposta della società civile e dei suoi laboratori culturali, dalla scuola alle associazioni che fanno antimafia sociale, l’Università, le parrocchie, che svolgono un’azione di contrasto importante”. E queste criminalità mafiosa ha mossi i tentacoli anche in Molise, soprattutto in basso Molise, a Termoli e Campomarino.