“La guerra uccide anche a distanza”, la testimonianza di Yulia Kalinichenko agli studenti
Uccide anche a distanza la guerra. Lì dove non arrivano razzi, mine e fucili arriva sofferenze e divisione. A raccontare quest’altra faccia della medaglia della guerra in Ucraina è stata Yulia Kalinichenko, genitori Russi, vissuta tra Ucraina e la Bielorussia, con amici e parenti disseminati in tutti i luoghi del massacro. Lei che attende l’arrivo dei nipoti e della sorella fuggiti 10 giorni fa dall’assedio di Kiev ha raccontato ai ragazzi delle classe IIe e II b informatica e Iv b mm meccanica dell’istituto Majorana di Termoli che cosa significa svegliarsi ogni mattino affrontando l’incubo di aver perso una persona cara. <<Prendo il telefono e scrivo “Siete vivi?, state tutti bene?”, così iniziano le mie giornate>>. L’angoscia non è solo quella del risveglio, ma anche quella che nasce dalle lacerazioni interne ai nuclei familiari e ai gruppi di amici storici “Mio padre che vive in Russia, crede che sia giusto quanto sta accadendo, ma lui ha una visione frammentata, ripulita dal sangue”, eppure da lì sono scappati i suoi nipoti e sua figlia senza sapere se potranno mai tornare e se troveranno ancora una casa. Yulia racconta anche cosa significa on vivere in un Paese democratico, giunta in Italia otto anni fa “ho scoperto che cosa significasse sentirsi liberi, liberi di dire quel che si pensa, liberi di parlare senza l’incubo che qualcuno possa denunciare le tue parole”. Yulia invita ai ragazzi a prendere consapevolezza di quello che sta accadendo non molto distante da loro tra gente esattamente come loro, a noi alimentare gli odi e a porsi dalla parte di chi soffre perché in guerra non c’è mai una sola ragione, non c’è ma un unico colpevole, ma ovunque c’è un popolo inerme vittima delle carneficine.
L’inteso colloquio, che ha appassionato i ragazzi e li ha visti protagonisti di numerosi interventi, si è svolto nell’ambito del progetto ‘Human Library’, ideato dalla coordinatrice del dipartimento di Lettere, prof.ssa Angiola Marinucci, per coinvolgere i ragazzi in storie di vita comune, racconti che dicono molto più di un libro di educazione civica o di storia. Nel prossimo incontro gli studenti incontreranno alcuni ex detenuti.