Martina, l’amore e l’esordio da scrittrice… in attesa del primo romanzo

Pubblicato il racconto breve della giovane termolese Martina Fiorilli: “Ho dato voce ai pensieri di una coniglietta quando è da sola a casa”. Tra aprile e maggio l’uscita del libro scritto “fin da quando ero tra i banchi di scuola”

Un racconto breve in attesa che venga pubblicato il libro frutto della maturazione e del lavoro di una vita. Una grande soddisfazione in attesa di un’altra ancora più grande per Martina Fiorilli.

E’ stato da poco pubblicato il racconto breve contenuto in una antologia della Pav Edizioni curata da Angela Casalanguida dal titolo “Come non uccidere l’amore”.

“Parla dell’amore nelle sue varie forme – racconta Martina al microfono del Quotidiano del Molise – c’è l’amore di chi voleva confessare un sentimento che non ha mai confessato, ma c’è anche l’amore come forma di amicizia”.

L’amore raccontato da Marina in questo racconto breve è un amore speciale, quello che unisce l’umano al suo piccolo animale da compagnia.

“E’ un racconto per grandi e piccini perché ho cercato di dare voce ai pensieri di una coniglietta quando si trova da sola a casa nell’attesa del ritorno della sua umana”.

Una esperienza che per Martina è il primo passo verso l’uscita del suo libro che ci sarà in primavera. “E’ stato come vedere il mio primo sogno concretizzarsi e non vedo l’ora di toccare con mano il libro. Si tratta di una grande possibilità che mi è stata data dalla casa editrice in attesa dell’uscita del mio libro tra aprile e maggio”.

Un libro scritto in adolescenza e poi ripreso tante volte, come conferma la stessa Martina. “E’ un lavoro che ha molto di me. E’ una storia d’amore molto complessa, piena di mistero, di segreti, c’è anche molto dolore.

Ho iniziato a scrivere da adolescente, tra i banchi di scuola. Durante le lezioni mi appuntavo delle frasi”.

Una scrittura ad immaginazione per una costruzione mentale della scena “prima immaginando il dialogo tra i personaggi partendo dal contesto più grande e arrivando fino ai dettagli”.

Un lavoro lungo e meticoloso “per il quale ti devi sentire pronto. Ho messo tanti anni per scrivere il romanzo. Ci sono state tante pause in cui non mi sentivo pronta. Non avevo agganciato la storia e i personaggi.

Poi un giorno mi sono tetta che dovevo riprendere in mano tutto – ha confessato Martina – e dovevo concludere il romanzo. Ci ho creduto, ed eccomi qui”.