Minacce di morte dell’ex capo della Procura di Larino, Ludovico Vaccaro

Minacce di morte dell’ex capo della Procura di Larino, Ludovico Vaccaro

“Visto che mi costringi a diventare un assassino ti ammazzerò” il contenuto dei cartelli affissi su alcuni alberi in pieno centro a Foggia, città dove dirige la Procura

Gravi accuse e minacce di morte riportate su alcuni cartelli affissi sui tronchi degli alberi in piano centro a Foggia, indirizzate all’ex Procuratore della Repubblica di Larino, Ludovico Vaccaro, da qualche anno numero uno della Procura della città pugliese.

“Visto che mi costringi a diventare un assassino, ti ammazzerò”, si legge su uno dei manifesti.

Dal contenuto delle minacce sembrerebbe che l’uomo lamenti di aver subito una ingiustizia, verosimilmente una detenzione illecita. L’autore se la prende anche con un maresciallo dell’arma dei carabinieri, vittima di minacce e accuse infamanti.

All’Ansa una testimone avrebbe riferito di aver visto un uomo attaccare i manifesti con un piccolo martello. Sul caso sono in corso le indagini dei carabinieri, immediatamente informati dell’accaduto. Le telecamere della zona e delle attività commerciali potrebbero aver ripreso l’accaduto.

Vaccaro conosce bene il Molise e la regione conosce quello che per anni è stato il numero uno della Procura di Larino.

“Continuerò ad occuparmi del Molise”, le sue parole quando salutò la regione.

“Lo farò molto volentieri: dopo sei anni si è creato un legame affettivo. Vado via ma continuo a tenere alta l’attenzione verso questa regione, ma da una prospettiva diversa cioè da quella del foggiano”. Era novembre del 2017 ed il magistrato si apprestava a salutare il Molise ed iniziare l’avventura a capo della Procura di Foggia.

Vaccaro disse di lasciare una regione e “una terra in cui sono aumentate in maniera esponenziale le incursioni e i tentativi di infiltrazione criminale proveniente dal foggiano. Ci sono molti esponenti, anche di rilievo, della criminalità foggiana che scontano i domiciliari in Molise. Non voglio chiaramente lanciare un messaggio di allarme perché sarebbe fuori luogo – disse – la nostra situazione non è paragonabile a quella del Foggiano, però bisogna stare attenti, le operazioni che abbiamo portato a termine lo dimostrano”.