Operazione “Blumarine”, il Riesame rimette in libertà 5 dei 10 indagati
La decisione del tribunale dell’Aquila. Gli indagati sono stati difesi dall’avvocato Pino Sciarretta
Sono stati rimessi in libertà 5 dei 10 indagati nell’ambito dell’operazione “Bluemarine” che a fine gennaio ha portato i militari dei carabinieri e della Guardia di Finanza a sgominare una presunta organizzazione criminale dedita alo spaccio di sostanze stupefacenti, all’intimidazione e al racket per imporre i servizi di security sui locali del Basso Molise.
I giudici del Tribunale del Riesame dell’Aquila hanno rimesso in libertà cinque delle 10 persone che erano finite in carcere e che sono state difese dall’avvocato molisano, Pino Sciarretta.
In sede di udienza il giudice ha annullato i capi di imputazione relative alle armi e all’estorsione mentre sono rimaste in piedi le ipotesi di reato dell’associazione per delinquere e dello spaccio di droga.
Le indagini, avviate nel 2019, costituiscono il naturale prosieguo dell’operazione “Evelin” coordinata anch’essa dalla D.D.A. de L’Aquila, che nel 2018 avevano portato, sempre l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza di Chieti, all’esecuzione di 20 Ordinanze di Custodia Cautelare nei confronti di diversi soggetti, correlati alla criminalità albanese, accusati di traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi, operanti prevalentemente nell’area di Vasto e San Salvo.
Secondo gli inquirenti, gli indagati si sarebbero contesi, tra le altre ipotesi, l’egemonia per la gestione del servizio di “security” all’interno dei locali della costa abruzzese e molisana, “con continui e plateali comportamenti violenti perpetrati dalla componente albanese tesi ad imporre l’egemonia territoriale”.