Punto Nascita, “negli ultimi giorni 11 parti. Il territorio c’è, continuiamo la nostra battaglia”

Intervista alla presidente del Comitato Molisanità, Cinzia Ferrante: “La sentenza del Tar ha dato ragione alle posizioni dei Comuni ma noi chiediamo a Toma di ritirare il Po 22-24 nell’immediatezza”
Esprimono soddisfazione rispetto al risultato ottenuto con la sentenza del Tar Molise che mantiene aperto il punto nascita del San Timoteo di Termoli ma, allo stesso tempo, continuano a sollevare l’attenzione su quello che sarà il futuro del punto nascita le rappresentanti del comitato Molisanità Cinzia Ferrante e Debora Staniscia.
Sotto la lente la decisione del Tar di mantenere aperto il reparto ma anche l’assenza, all’interno del Po 22-24, del riferimento alla presenza del punto nascita in un momento nel quale presso lo stesso punto nascita sono venuti al mondo ben 7 bambini.
“Quattro sono nati nell’immediatezza della sentenza – ha affermato la Ferrante – e altri 3 nella giornata di ieri a dimostrazione del fatto che il territorio crede in questo punto nascita per un totale di 11 negli ultimi giorni”. A pesare come una spada di Damocle sulla sopravvivenza del reparto, però, sono i numeri: se fino a qualche decennio fa a Termoli nascevano anche mille bambini, adesso presso lo stesso punto nascita sono venuti al mondo poco più di 200 bambini.
Troppo pochi per sperare nella sopravvivenza alla luce del decreto Balduzzi che fissa a 500 il numero di parti necessari per garantire la permanenza del reparto. “Sicuramente ora si dovrà lavorare affinché il reparto possa essere migliorato, come già detto tante volte, piuttosto che chiuso come si sta provando a fare ormai da tempo.
Sicuramente la cosa più importante è ritirare il nuovo piano operativo sanitario 2022/2024 presentato da Toma ai tavoli romani specialmente per quanto scritto sul punto nascite di Termoli, evidentemente continuando a non considerare anche tutte le sfaccettature presenti nel giudizio del Tar e già dette e ridette a oltranza come il fatto che il nostro nosocomio sia l’unico sulla costa abbracciando un ampio bacino di utenti e non considerando che ci troviamo in una posizione che metterebbe a rischio le gestanti e i nascituri.
A tal proposito ci chiediamo come sia ancora possibile che il presidente/commissario dica e faccia sempre tutto e il contrario di tutto a completa non tutela della propria terra e dei propri cittadini continuando in verità a fare dichiarazioni, durante delle interviste, totalmente inopportune e oseremmo dire anche alquanto fumose!
Entrando nello specifico Toma dichiara che in base al piano sanitario redatto il punto nascita di Termoli diventerà un punto maternità in cui non sarà possibile partorire ma in cui si assisteranno, in loco, le partorienti durante e dopo il parto e che in quella occasione si potrà vedere se l’ospedale termolese è in grado di attirare molte partorienti convincendole a partorire a Termoli.
Mai cosa più assurda e incongruente poteva dichiarare: partendo dal presupposto che esistono già i consultori come strutture predisposte a questi percorsi, grazie a una equipe di professionisti quali ginecologi, ostetriche, assistenti sociali, psicologi, i punti maternità non esistono ma esistono le case maternità che sono cosa ben diversa in quanto si indica con questo termine delle strutture extra ospedaliere( già questo fa comprendere l’impossibilità di questa dichiarazione),non medicalizzata, con caratteristiche di una casa che offre un ambiente accogliente e familiare alle coppie in attesa.
Nella Casa Maternità non lavorano medici, ma solo ostetriche che accompagnano e assistono la gravidanza, il parto e il puerperio fisiologici cioè “naturali” senza interventi, farmaci o medicalizzazione». Pertanto nel caso di insorgenza di una patologia «si effettua sempre il trasferimento in ospedale, attraverso il servizio 118, con cui si è collegati» e dove anche lì abbiamo notevoli carenze.
Generalmente, inoltre, le Case Maternità non distano più di 30 minuti dall’ospedale di riferimento anche questo un grandissimo problema per noi in quanto siamo ben più distanti dal capoluogo o da Chieti, unici ospedali a poterci prestare effettivamente un soccorso utile. A tal proposito quindi perché fare una tale dichiarazione che come abbiamo appena spiegato ha dell’impossibile in termini fattivi?”.
Resta, quindi, la richiesta a Toma di ritirare il Po 22-24 nella speranza di salvare del tutto il punto nascita di Termoli.