San Sebastiano e le tradizioni cancellate causa Covid, il rito ‘rivive’ in Cattedrale

Complice la pandemia sono state annullate tutte le manifestazioni, compreso il tradizionale canto per le strade di Termoli. Il parroco della Cattedrale, don Gabriele Mascilongo, però, ha celebrato una santa messa con la preghiera di affidamento al martire

Per anni è stata una delle ricorrenze più amate dai termolesi poi, complice la pandemia e le restrizioni, la sua tradizione si è andata perdendo.

Parliamo del San Sebastiano. Nella città di Termoli, il Santo è venerato da tempo immemorabile come “Protettore secondario” insieme (a partire dal 25 aprile 1947) a San Timoteo, dopo San Basso.

San Sebastiano, il cui culto è diffuso anche sul territorio della Diocesi di Termoli-Larino, è il patrono della Polizia municipale, delle Confraternite della Misericordia e di altre realtà impegnate nel servizio al prossimo.

Nel rinnovare questa devozione e l’esempio cristiano di San Sebastiano a favore dei più deboli e dei sofferenti al costo della propria vita, il parroco della Cattedrale, don Gabriele Mascilongo, ha celebrato una santa messa con la preghiera di affidamento a San Sebastiano la cui statua è stata esposta da alcuni giorni in Cattedrale alla venerazione di numerosi fedeli.

Le norme anti-COVID non hanno permesso altre iniziative e, tra le altre cose, il tradizionale canto popolare tra le strade e le contrade della città.