San Timoteo, “ultima chiamata. Sindaco intervenga subito o sarà tardi”

L’appello dei consiglieri di minoranza al Comune di Termoli al primo cittadino Francesco Roberti sulle condizioni in cui versa la struttura ospedaliera bassomolisana
“I recenti drammatici resoconti dei media locali sul precipitare della situazione al San Timoteo di Termoli ci obbligano, come rappresentanti eletti dei cittadini, ad intervenire su ciò che sta accadendo, o meglio su ciò che non sta accadendo”.
E’ una richiesta di intervento urgente quella che arriva dai consiglieri di minoranza al Comune di Termoli al sindaco, Francesco Roberti. Sotto la lente le condizioni dell’ospedale San Timoteo stretto tra continue emergenze e carenze di personale.
“Riassumiamo in breve – scrivono i consiglieri di minoranza – pronto soccorso al collasso, reparto di ortopedia di fatto bloccato, emodinamica funzionante più che a singhiozzo, ostetricia e ginecologia prive del responsabile in seguito alle dimissioni del dott. Molinari, reparto analisi in affanno, chirurgia condizionata dalla mancanza di un numero adeguato di anestesisti… e potremmo aggiungere altro.
In questo quadro già di per sé insopportabile si inseriscono l’aumento enorme di presenze in città, con il conseguente potenziale aumento di richieste per pronto soccorso e 118, la scarsità ormai patologica di personale e ambulanze e il carico insopportabile di turni di lavoro assurdi per medici, infermieri e OSS.
Le ultime incredibili notizie arrivate da giornali e telegiornali locali (il tampone molecolare da 12 ore richiesto a Campobasso per prendere in carico i pazienti trasferiti da Termoli, e i ferri chirurgici sterilizzati a Campobasso e poi rimandati al san Timoteo (questo, se vero, ha davvero del farsesco!) completano un quadro allucinante. Culminato ieri nella morte dell’ottantenne nel pronto soccorso del nostro ormai ex ospedale.
Come cittadini, prima ancora che come consiglieri comunali, ci chiediamo cosa aspetti il Sindaco Roberti a far sentire la sua voce, nella triplice veste appunto di rappresentante delle istituzioni comunali, di tutore ufficiale della salute pubblica e di Presidente della Provincia. Non una parola è finora arrivata da Palazzo di Città sull’oggettiva situazione di pericolo costante nella quale gli abitanti (e i turisti) si trovano a vivere, privati di fatto delle cure a cui hanno diritto per costituzione.
Non è la prima volta (e temiamo, non sarà l’ultima) che siamo costretti a chiedere conto del silenzio dell’amministrazione su questo che dovrebbe essere il tema primario in cima all’agenda politica: mozioni, interpellanze, interrogazioni non hanno avuto effetto, se non la generica giustificazione di mancato potere di intervento da parte del sindaco.
E’ certamente vero che non c’è possibilità diretta di prendere decisioni, ma come tutore della salute pubblica il sindaco può e deve parlare, e parlare con forza, in difesa dei suoi cittadini; può e deve esercitare pressioni sulla Regione, il cui presidente è tra l’altro dello stesso schieramento politico, nonché commissario straordinario alla sanità; può e deve chiedere conto al responsabile dell’ ASReM di scelte cervellotiche e pericolose come il tampone molecolare da 12 ore e la sterilizzazione dei ferri a Campobasso.
Come consiglieri di opposizione è nostro dovere dare voce alle richieste angosciate che ci sono pervenute in questi giorni; come cittadini aspettiamo risposte credibili, e soprattutto interventi immediati perché il nostro ospedale non venga lasciato morire nell’indifferenza, e soprattutto non succeda più a nessuno di sentirsi abbandonato là dove dovrebbe trovare assistenza e cura.
Signor Sindaco, se non ora quando?”.