Sequestrato camping abusivo: tre indagati. “Attacco al valore paesaggistico della costa”
L’operazione condotta dalla Capitaneria di Porto di Termoli con il coordinamento della Procura di Larino. Il campeggio si estendeva su trentamila metri quadri e, soprattutto nel periodo estivo, “numerosi clienti avevano installato le proprie tende, attrezzature e roulotte su aree demaniali marittime e pubbliche nonché su area demaniale di particolare pregio”
Trentamila metri quadri di camping lungo la fascia costiera del Molise all’interno del quale, soprattutto durante il periodo estivo, numerosi clienti “avevano installato le proprie tende, attrezzature e roulotte su aree demaniali marittime e pubbliche nonché su un’area demaniale di particolare pregio, il tutto in assenza di titoli edilizi, urbanistici, demaniali, ambientali e doganali”.
E’ questo il risultato di una lunga operazione che è stata condotta dalla Capitaneria di Porto di Termoli in coordinamento con la Procura della Repubblica di Larino e che è stata presentata nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina 14 aprile, presso la sede della Capitaneria di Termoli dal comandante Nacarlo e dal Procuratore capo di Larino, Isabella Ginefra.
Una operazione lunga e faticosa, come è stato ribadito nel corso dell’incontro con la stampa, che ha visto i militari della Capitaneria in azione sia lungo il territorio appartenente al demanio marittimo sia all’interno.
“Le tecniche investigative di oggi – ha affermato il comandante Nacarlo – ci hanno permesso, attraverso il sorvolo delle aree interessate, di operare le necessarie osservazioni per discernere le diverse normative”.
Normative che, a detta della Procura e della Capitaneria, non sono state rispettate in spregio al valore paesaggistico della zona. “Si tratta di un’area di elevatissimo pregio come quella della costa molisana, ad alta frequentazione turistica, caratterizzata da molteplici vincoli paesaggistici (SIC) e che riveste un ruolo importante per l’economia locale”.
Una zona di particolare pregio soprattutto perché coincide con la zona di riproduzione del fratino e delle tartarughe dove, però, erano stati realizzate strutture di ristorazione, bar e alloggi.
Dopo le indagini è scattato il sequestro preventivo su disposizione del Giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta della Procura. Tre sono le persone attualmente iscritte sul registro degli indagati: si tratta dei titolari della società che gestisce la struttura ricettiva.
“Il messaggio da vogliamo veicolare – hanno affermato il comandante Nacarlo e il procuratore Ginefra – è che illeciti di questo tipo hanno un duplice disvalore perché privano la cittadinanza di aree che dovrebbero essere usate in maniera corretta e dall’altra deturpano e mettono a repentaglio i beni ambientali andando ad incidere nei confronti del paesaggio e della natura dei luoghi questo duplice disvalore individuato che cerchiamo di contrastare”.