“Si all’offshore sostenibile, no al progetto Maverick”

“Si all’offshore sostenibile, no al progetto Maverick”

Nella conferenza stampa organizzata da “La Fonte“ e dalla “Don Milani” a Termoli sono state illustrate le ragioni per una ferma 
opposizione al progetto Maverick che vorrebbe creare il più grande parco eolico proprio davanti la costa molisana

Sono state presentate questa mattina, lunedì 9 gennaio 2023, in conferenza stampa al porto turistico di Termoli le osservazioni al progetto offshore della Maverick Srl da parte de ‘La fonte’ e dalla ‘Don Milani, insieme ad altre associazioni professionali civili e culturali. Era lo scorso 12 dicembre quando alla Capitaneria di Porto di Termoli perveniva una domanda di concessione demaniale marittima dalla Maverick con l’intento di realizzare un gigantesco impianto eolico offshore a poco più di venti chilometri dalla costa molisana.

“La Maverick però -ha spiegato Famiano Crucianelli (La Fonte) lo ha fatto con un approccio burocratico privo di una qualsiasi interlocuzione e connessione con le istituzioni locali e con i portatori  di interessi sociali, economici e ambientali della nostra regione. Abbiamo proposto, a partire dalla conferenza del 4 giugno 2022 da noi  organizzata presso il Cosib di Termoli, una precisa strategia sulla complementarietà tra offshore, attività produttive e comunità energetiche. Lo abbiamo fatto insieme agli operatori del mondo della pesca, del mondo agricolo, dell’associazionismo civile e culturale. Ne è 
scaturita un’alleanza inedita e straordinaria che si è manifestat pienamente nella conferenza stampa di questa mattina”.

“Noi sosteniamo le rinnovabili consapevoli dell’epoca storica che stiamo vivendo e sosteniamo la necessità di fare un parco eolico -ha spiegato Crucianelli- ma per questo progetto abbiamo delle considerazioni che vanno verso una ferma opposizione al progetto Maverick e la nostra strategia alternativa per realizzare rapidamente un impianto offshore galleggiante che sia sostenibile per l’ambiente e condiviso dal nostro sistema economico e  sociale”. 

LE OSSERVAZIONI

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di potenza di 1800 MW attraverso lo sfruttamento dell’energia eolica ed il posizionamento in mare di 120 pale eoliche galleggianti. L’impianto appare essere uno dei più grandi d’Italia, pur dovendo essere collocato nelle acque territoriali ed extraterritoriali antistanti la Regione Molise, che ha invece il litorale più piccolo d’Italia. Non può quindi sottovalutarsi l’impatto che una progettazione tanto ambiziosa potrà avere sull’ecosistema e sull’economia dei territori interessati, impatto che nella relazione illustrativa depositata dalla Maverick appare essere invece affrontato in maniera superficiale e contraddittoria. Pertanto, pur riconoscendo l’importanza cruciale che le energie rinnovabili dovranno avere per un’efficace transizione energetica anche nella Regione Molise, non può certo accettarsi, in nome di un giusto principio, una proposta progettuale calata dall’alto che non tenga conto delle peculiarità e delle esigenze del territorio interessato e che non sia preceduta da un confronto costruttivo con gli attori del territorio.

Infatti, a pag. 8-9 della relazione tecnica generale allegata all’istanza di concessione, si può leggere che la scelta del sito è stata dettata da un lato dalle caratteristiche anemologiche della zona, dall’altro dalla presenza di un basso numero di potenziali conflitti ambientali e non (pag. 10), che però, dalle stessa lettura del testo appare essere un dato più presuntivo che effettivamente accertato, in quanto gli studi scientifici citati riguardano aree con batimetria di 40 m, mentre la batimetria del sito interessato è compresa tra i 90 e i 140 metri (pag. 51). Non solo; con riferimento all’impatto sull’ecosistema marino, si afferma in maniera apodittica che gli impianti eolici offshore rappresenterebbero un’area protetta di fatto, in quanto i benefici sul lungo termine supererebbero l’impatto in fase di costruzione. Tale affermazione non tiene conto delle dimensioni del progetto che si sta proponendo (ben 120 pale eoliche galleggianti!) e soprattutto della realizzazione dello stesso che riguarderebbe, come si è già detto, le acque territoriali antistanti una solo Regione che ha appena 35 Km di costa.

Altra importante criticità riguarda gli studi pubblicati sulla pescosità dei territori interessati dall’intervento, che appare del tutto superficiale, in quanto gli studi citati riguardano l’impatto dell’impianto sulla presenza di tonni, alici, sardine e pescespada, dimenticando del tutto la biodiversità del mare adriatico su cui è strutturata la pesca locale, che è concentrata su molte altre varietà di pesci, su cui si struttura una florida tradizione gastronomica locale. Anzi, a pag. 65 della relazione si afferma testualmente ” l’attività di pesca, pur presente appare praticata a bassa intensità e pertanto si ritiene che il tratto di mare scelto non è tra quelli più vocati all’attività di pesca”. Il fatto che nel litorale molisano non si svolge un’attività di pesca intensiva ma una pesca tradizionale più attenta alle esigenze dell’ecosistema marino che allo sfruttamento economico delle acque, avrebbe richiesto una maggiore attenzione alle peculiarità del territorio e non una progettazione completamente calata dall’alto e non previamente concertata con i portatori di interessi locali, che certamente subirebbero un grave contraccolpo nelle fasi di realizzazione del progetto e nella sua messa a regime. Un parco eolico offshore, da collocare molto lontano dalla costa, può essere un passo avanti per il mondo della pesca, se non

rappresenta un ostacolo per la pesca medesima, se garantisce un’area di riproduzione ittica, se sostiene i pescatori che chiedono un mare senza inquinamento e senza plastica. Nel progetto non vengono minimamente valutati gli impatti sulla terraferma e non viene specificata quale sarà l’area territoriale complessivamente interessata dall’intervento. Quanto alle opere in compensazione proposte, esse appaiono del tutto irrisorie rispetto all’impatto sul territorio, così come le ricadute occupazionali prospettate appaiono marginali ed eventuali, se consideriamo l’importanza e l’imponenza del parco eolico.