Travolta e uccisa da un’auto, assolti gli imputati

La 29enne di origine romena che lavorava a Roccavivara venne investita sulla Trignina l’11 novembre 2019. Mercoledì è arrivata la sentenza di assoluzione per i due soggetti coinvolti
Sentenza di assoluzione per i due imputati, finiti a giudizio rispettivamente con l’accusa di omicidio colposo e omicidio stradale per la morte di una donna di origine romena, Victoria Ionela Plaiu, 29 anni, che abitava a Vasto lavorava in Molise a Roccavivara, investita e uccisa sulla Trignina.
L’incidente si verificò l’11 novembre 2019 vicino allo svincolo per Lentella. Stando alle indagini dei carabinieri, il furgone Ducato dal quale era scesa la 29enne non era affatto in panne. La giovane donna aveva avuto una discussione con il conducente del furgone ed aveva deciso di scendere volontariamente dal mezzo.
Per questo il guidatore del Ducato si era fermato. Il guidatore dell’utilitaria, che investì la donna, dichiarò agli investigatori di aver visto la sagoma della ragazza solo all’ultimo momento e di avere fatto di tutto per evitarla. Ma la brusca frenata non bastò ad evitare l’investimento. Il corpo della donna finì sul parabrezza e poi ricadde sull’asfalto.
Al termine dell’udienza preliminare tenuta il 15 aprile 2021, i due furono rinviati a giudizio. Come detto uno accusato di omicidio colposo, l’altro di omicidio stradale.
La perizia medico legale disposta dalla Procura aveva accertato la presenza di alcol nel sangue del conducente del furgone Fiat Ducato. Per il giudice una colpa che aveva impedito all’automobilista di fermare la ragazza facendola scendere.
Mercoledì c’è stato il processo davanti al giudice del tribunale di Vasto, Stefania Izzi, con pm Francesca Barbieri. I difensori dei due imputati, gli avvocati Francesco Bitritto, Roberto Cinquina e Mario Pietrunti di Campobasso hanno convinto il giudice Stefania Izzi dell’innocenza dei loro assistiti. ‘Durante l’istruttoria dibattimentale’, ha dichiarato l’avvocato Bitritto, ‘è stato ampiamente provato che non era in alcun modo possibile riconoscere che la ragazza fosse in stato di ebbrezza, ma soprattutto è stato provato che il conducente del furgone fece di tutto per impedire alla giovane di scendere. Il mio assistito ha sofferto moltissimo e tutt’oggi non riesce a spiegarsi perché quella sera la ragazza decise di scendere dal furgone. Rimane solo il dolore del silenzio’.