“Una sentenza terribile”, pagine di storia dall’archivio diocesano di Termoli-Larino

Riceviamo e pubblichiamo uno scritto a firma di Giuseppe Mammarella tratto dalle pagine dell’archivio storico molisano su una sentenza avvenuta nel corso del ventennio fascista. “Il giudizio di secondo grado, tenutosi il 3 aprile 1929 presso l’11ª Sezione Penale della Corte d’Appello di Napoli, da cui dipendeva il Molise, a parziale riforma della sentenza del Tribunale di Campobasso, assolse A. M. dall’imputazione di furto e in concorso “di circostanze attenuanti”, per gli altri due reati, “l’oltraggio al Duce e a pubblico ufficiale”, gli ridusse “la pena a cinque mesi e dodici giorni di reclusione e lire 499 di multa”, in aggiunta, però, “alle ulteriori spese di giudizio”.Rammento, per inciso, che una sede distaccata della Corte d’Appello di Napoli fu creata in Molise soltanto nella seconda metà degli anni Settanta e l’istituzione di quella autonoma, con giurisdizione sulle circoscrizioni dei Tribunali di Campobasso, Isernia e Larino, si ottenne poco meno di due lustri dopo e cioè a metà degli anni Ottanta, ovviamente del Novecento.
Tornando alle fasi processuali trattate, si ritenne necessario compiere un ultimo tentativo, ma con la sentenza definitiva emessa dalla Corte di Cassazione il 6 aprile 1930, fu rigettato il ricorso e di conseguenza si aggiunsero alle tante spese anche quelle del processo romano, con l’ulteriore condanna “a pagare all’erario la somma di L. 150”. Tuttavia, per effetto del R. D. del 1° gennaio 1930 n. 1, con declaratoria del 23 maggio successivo, si giunse alla sospensione “della reclusione e della multa alla condizione di non commettere altri delitti in 5 anni”.
Ritengo doveroso precisare che l’A. M. di cui sopra, tornato prematuramente alla Casa del Padre quando io avevo appena compiuto i dodici anni d’età, è, per l’appunto, (e reputo opportuno l’uso del presente), mio Padre.“
Giuseppe Mammarella